La grande musica
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.


dall'opera lirica alle operette
 
IndiceUltime immaginiCercaRegistratiAccedi

 

 Beniamino Gigli

Andare in basso 
AutoreMessaggio
luwaig94
Amministratore
luwaig94


Messaggi : 216
Data d'iscrizione : 15.01.11
Età : 30

Beniamino Gigli Empty
MessaggioTitolo: Beniamino Gigli   Beniamino Gigli EmptyLun Gen 31, 2011 11:23 pm

Nato, ultimo di sei figli, a Recanati, in provincia di Macerata, il 20 marzo 1890, da Domenico, calzolaio e campanaro del Duomo, e da Ester Magnaterra, casalinga, Beniamino mostrò sin da piccolissimo grandi attitudini per il canto, ed a soli sette anni fu accolto nel Coro Pueri Cantores della Cattedrale; ma la povertà della famiglia lo costrinse, per vivere, a duri sacrifici. Tra un'occupazione e l'altra, però, non trascurò di prendere lezioni di canto con il maestro Quirino Lazzarini, organista e direttore del coro della Santa Casa di Loreto.

A quindici anni, mostrando voce di contralto, fu scelto a Macerata come protagonista, in vesti femminili, dell'operetta La fuga di Angelica di Alessandro Billi, alla quale seguirono altre buone prove del genere, che convinsero la famiglia, nell'autunno del 1907, a favorirne il trasferimento a Roma.

Dopo una breve parentesi di alcuni mesi di servizio militare in occasione della guerra di Libia, nel 1912 Gigli vinse un concorso per una borsa di studio e si poté iscrivere finalmente al Conservatorio Santa Cecilia, studiando sotto la guida di Enrico Rosati.



Benché agli allievi fosse vietato di esibirsi ufficialmente, Beniamino, con lo pseudonimo di Mino Rosa, si esibì in numerosi salotti romani, riuscendo a guadagnare la rispettabile somma di trecento lire. Il 24 aprile 1914 cantò con il proprio nome alla sala dell'Accademia di Santa Cecilia nella fiaba musicale La principessa dai capelli d'oro di Alessandro Bustini ed il 10 giugno seguente fu promosso ed ammesso al saggio finale del conservatorio.

Il suo debutto teatrale avvenne al Teatro Sociale di Rovigo il 15 ottobre dello stesso anno nel ruolo di Enzo nella Gioconda di Amilcare Ponchielli, dopo aver vinto un altro concorso di canto a Parma. Da lì la carriera di Gigli fu tutta in ascesa, portandolo ad interpretare pressoché tutti i principali ruoli tenorili dell'opera.

Nello stesso periodo Beniamino Gigli si fidanzò con Costanza Cerroni, poi sposata nella chiesa romana della Madonna dei Monti il 4 ottobre 1915. Da questo matrimonio nacquero due figli: Rina, futuro soprano di valore, nel 1916, ed Enzo nel 1919.

Nel 1917 iniziarono le scritture all'estero e nella primavera del 1918 Gigli debuttò al Lirico di Milano con la Lodoletta di Pietro Mascagni. Il 19 novembre dello stesso anno esordì alla Scala nel ruolo di Faust nel Mefistofele di Arrigo Boito, scomparso pochi mesi prima, sotto la direzione di Arturo Toscanini, attirando l'attenzione dei maggiori impresari d'Europa e d'America.

Il 26 novembre 1920 Gigli fece il suo ingresso al Metropolitan di New York di nuovo con il Mefistofele; fu un successo ed il direttore del teatro gli prolungò la scrittura, prima per altri due mesi poi per quattro anni. Il successo americano comprese molte altre città degli Stati Uniti e fu favorito sia dall'appoggio importante della comunità italiana che dalla dichiarazione perentoria di Enrico Caruso, che, ascoltato Gigli nel 1919, vide in lui il proprio successore. Il giovane Beniamino fu però rattristato, nel 1921, dalla morte del padre, e non ebbe purtroppo la possibilità di tornare a casa e visitare la sua tomba.

Il 2 agosto dello stesso anno morì anche Caruso e la stagione del Metropolitan, per diciotto anni da lui inaugurata, il 14 novembre fu inaugurata da Gigli con La traviata di Giuseppe Verdi.

Piastrella autografata da Beniamino Gigli sul muretto di Alassio.Il 27 maggio 1930 Gigli debuttò al Covent Garden di Londra, ma il 24 settembre dello stesso anno fu colpito da un altro lutto: venne a mancare anche la sua amata madre.

Nel 1932 tornò a Roma, dove cantò per la prima volta all'Opera, alla quale dedicò gran parte della propria attività italiana. Nello stesso anno incontrò Lucia Vigarani, con la quale ebbe una relazione segreta dalla quale nacquero tre figli: Giovanni nel 1940, Gloria nel 1942 e Maria Pia nel 1944.

In seguito, con l'avvento del sonoro e la collaborazione tra musica e film, il tenore approdò persino al cinema, girando una serie ininterrotta di sedici film dal 1935 al 1950, malgrado gli evidenti limiti di una fotogenia non proprio ideale e di una recitazione alquanto convenzionale.

Dopo la Liberazione Gigli si ritirò temporaneamente dalle scene, ma vi ritornò già nel 1946, ancora in grado d'entusiasmare il pubblico, nonostante l'età avanzata. Fu costretto a smettere di apparire prima nelle produzioni teatrali e poi nei concerti a motivo della salute, tenendo l'ultimo concerto ufficiale, accompagnato dal solo pianoforte, alla Carnegie Hall di New York il 20 aprile 1955. Nelle ultime tournée era accompagnato a volte dalla figlia Rina, che a fianco del padre ebbe un convinto tributo al Teatro Regio di Parma il 23 maggio 1943 in una memorabile recita della Traviata.

Incoraggiato dall'amico avvocato Adriano Belli, Gigli si era recato nei primi mesi del dopoguerra da Padre Pio da Pietrelcina, per un consiglio di ordine morale. Il famoso frate, inizialmente, ingiunse di troncare drasticamente ogni relazione del tenore, poi raccomandò che la carità si esercitasse anche con i figli naturali, che in effetti ebbero la loro parte di eredità.

Beniamino Gigli si spense nella sua abitazione di via Serchio a Roma alle due del mattino del 30 novembre 1957, stroncato da un arresto cardiaco, avvenuto in seguito ad una polmonite, a sessantasette anni. I funerali si svolsero in Santa Maria dell'Addolorata a piazza Quadrata e la salma, tumulata provvisoriamente al Verano, venne presto traslata alla tomba di famiglia a Recanati.

Giudizio critico [modifica]
Per quanto sterile possa essere la velleità di stilare una "classifica" dei principali cantanti del Novecento, non c'è dubbio che quella di Gigli debba essere considerata una delle più belle voci di tenore del secolo scorso: omogenea, musicalissima, non amplissima ma eccezionalmente dotata di armonici naturali è tutt'oggi inconfondibile anche al primo ascolto di uno dei numerosissimi dischi lasciati dall'artista.

Dopo un esordio come tenore di grazia di gusto ottocentesco, con qualche difficoltà nel pieno dominio degli acuti a voce piena (è noto, ad esempio che, nelle recite di esordio ne La Gioconda evitò per alcune serate il si bemolle di tradizione alla fine del brano, deludendo gli estimatori e se stesso), Gigli divenne il più noto esecutore del repertorio donizettiano eseguito fino al secondo dopoguerra, con memorabili recite e incisioni da L'elisir d'amore o della Lucia di Lammermoor; si distinse inoltre nel repertorio verdiano, compreso quello assai oneroso dell'Aida e del Trovatore, sia pure personalizzandolo con il dare risalto soprattutto agli aspetti amorosi ed elegiaci dei vari ruoli.

Fu poi un eccellente interprete verista, con uno sterminato numero di recite dei Pagliacci e della Cavalleria rusticana, incisa integralmente sotto la bacchetta dello stesso Mascagni. La fama planetaria del cantante è dovuta anche all'ampia serie di dischi dedicati a canzoni e romanze da salotto, tra le quali vanno ricordate almeno Mamma e Non ti scordar di me
Torna in alto Andare in basso
https://lagrandemusica.forumattivo.it
 
Beniamino Gigli
Torna in alto 
Pagina 1 di 1

Permessi in questa sezione del forum:Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
La grande musica :: Musica :: Cantanti-
Vai verso: