Per gli appassionati di Canto lirico, Giovedì, 25 Settembre p.v., si terrà un evento da non perdere. A Roma, presso l’Accademia Santa Cecilia, accompagnata dall’Orchestra La Scintilla dell’Opera di Zurigo, si esibirà la divina Cecilia Bartoli. Romana, la Bartoli canta sia da mezzosoprano di coloratura che da soprano, prediligendo il repertorio barocco e rossiniano; indimenticabile l’interpretazione del ruolo di Angelina, ne “La Cenerentola” del tedeschino (così il compositore pesarese Gioachino Rossini veniva definito, per l’approfondito studio delle opere di Mozart e Haydn), al Wortham Center, Houston Grand Opera, nel Novembre 1995, per la regia del nostro amato maestro Roberto De Simone, con l’aria finale “Non più mesta”, che l’ha definitivamente consacrata, alla storia dell’Opera internazionale, a soli ventinove anni. Una carriera luminosa, cominciata in età adolescente, che oggi vede Cecilia Bartoli protagonista incontrastata dei maggiori teatri del mondo. Già; ma non di quelli italiani. Mi ha colpito molto l’intervista rilasciata a La Stampa, pubblicata in Internet, dal titolo emblematico: "Cecilia Bartoli: Il mondo mi ama, l'Italia mi ignora", in cui, alla provocazione del giornalista, Alberto Mattioli: «il soprintendente della Scala, Stéphane Lissner, ha detto che lei costa troppo», ella, con la schiettezza, la simpatia e la caparbietà che la rendono unica, ammaliante e diva, ha risposto: «e allora canto altrove; negli Stati Uniti, a Parigi, a Londra, in Spagna, perfino in Turchia; guardi che il nemo prophaeta in patria non è stato inventato per me!». Conoscendo il panorama artistico e globale italiano ed essendo, si sa, io stessa musicista, credo che ogni commento alla recensione sia superfluo. Tornando al nostro concerto, il titolo è “Maria Malibran – La rivoluzione romantica”. La Bartoli è visceralmente legata alla Malibran, musicista francese dell’Ottocento, morta a soli ventotto anni per una caduta da cavallo. Le due primedonne, di epoche diverse, sono accomunate da caratteristiche vocali (entrambe mezzosoprano e soprano), dall’essere attrici e dal fatto di avere genitori cantanti. Un ruolo determinante, difatti, nella vita di Cecilia, ha rivestito la madre, Silvana Bazzoni, soprano e sua stessa insegnante di canto. Oltre al repertorio romantico, spesso scritto su misura per la Malibran, altre volte dalla Malibran stessa composto (molto originale il brano Rataplan, anche inciso dalla nostra Cecilia, in una interpretazione travolgente e spumeggiante, degna del suo organo vocale, simile ad uno strumento perfetto capace di eseguire virtuosismi sovrumani) la Bartoli, con la sua fondazione di Zurigo, ha portato in giro per il mondo un tir, allestito a mostra, con i cimeli più significativi della grande… Maria: gioielli, lettere autografe, manoscritti, abiti e quant’altro. In sintesi, cosa dire su Cecilia Bartoli? Rappresenta la dimostrazione tangibile che Dio è Suono, Voce, Musica. Ascoltandola ed ammirandola, il cuore, la mente, l’anima se ne innamorano. Vi aspetto al concerto; naturalmente, io ci sarò!