Atto primo
L'interno di una rustica abitazione.
Wotan, per difendere gli dei dalla profezia di Alberico, ha creato una stirpe di donne guerriere (generando da Erda, Spirito della terra, le nove Walchirie) ed una prole di eroi generando da una mortale due gemelli: Siegmund e Siglinda, della stirpe dei Wolfi. Ma un popolo avverso a questi, i Sippi, ha trucidato la madre dei gemelli e distrutto la sua casa: Siglinda, rapita ancora bambina, è stata poi costretta a sposare Hunding, uno dei capi nemici. Abbandonato a se stesso e cresciuto forte e coraggioso, Siegmund - che ha aiutato una fanciulla della stirpe dei Sippi ed avendo ucciso i suoi fratelli che la volevano sposare ad un uomo da lei non amato - ha avuto spezzati, nella lotta, scudo e spada; ed ecco che trova rifugio, ferito e spossato, nella capanna di Hunding costruita attorno ad un robusto tronco di frassino. Siglinda accoglie e cura lo sconosciuto, di cui ignora l'identità e dal quale viene subito attratta irresistibilmente. Hunding, però, al suo ritorno, è colpito dalla grande somiglianza del giovane guerriero con la sua sposa e quando Siegmund narra le proprie vicende, capisce di chi si tratti e si svela come uno dei più acerrimi nemici dello straniero. Secondo le regole dell'ospitalità egli lascerà passare la notte, ma al mattino seguente Siegmund dovrà combattere con lui un duello mortale. Siglinda, ormai presa d'amore per colui che non sa essere suo fratello, versa un narcotico nella pozione notturna del marito ed indica a Siegmund l'elsa di una spada che un misterioso viandante il quale era Wotan travestito - ha infisso, con tutta la forza, nel tronco del frassino il giorno delle nozze di Hunding, predicendo che solo un fortissimo eroe sarebbe riuscito ad estrarla dall'albero. Siegmund riesce nella impresa con uno sforzo poderoso e nella splendida notte primaverile stringe a sé, appassionatamente, la donna che gli si abbandona inebriata.
Atto secondo
Un'aspra catena montuosa.
Wotan dà ordine a Brunilde, tra le nove Walchirie la più diletta al suo cuore di padre, di difendere Siegmund nel duello contro Hunding e di fargli ottenere la vittoria. Ma poco dopo, in seguito ad un duro colloquio con la moglie Fricka - che, ancora gelosa del tradimento di Wotan, odia Siegmund e Siglinda e condanna il loro amore incestuoso - è costretto a mutare il primitivo ordine in altro opposto: Siegmund dovrà soccombere e venire ucciso da Hunding. Brunilde è sconvolta e tenta debolmente di opporsi al volere paterno; ma Wotan le impone di obbedire. I due fratelli amanti salgono sul giogo del monte: sono inseguiti dallo sposo tradito e Siglinda - che porta nel seno il frutto del suo amore colpevole - è in preda al terrore ed al delirio. Mentre ella è svenuta, Brunilde si presenta a Siegmund e gli comunica il volere di Wotan: ma quando il giovane eroe si dichiara pronto ad uccidere se stesso e Siglinda piuttosto che abbandonare la donna amata, la Walchiria si commuove e promette di aiutare Siegmund nel duello, trasgredendo gli ordini di Wotan. Giunge Hunding e subito ha inizio la lotta tremenda: Brunilde è dietro Siegmund e lo copre con il suo scudo, ma proprio mentre Hunding sta per essere colpito mortalmente, Wotan corre in suo aiuto e Siegmund vien, trafitto dalla spada nemica. Brunilde fa appena in tempo a sollevare Siglinda sul suo cavallo ed a fuggire con lei, sottraendosi all'ira del padre. Wotan, infatti, pur facendo morire anche Hunding con un suo gesto di disprezzo, prorompe in terribile furore contro la disobbedienza della Walchiria, deciso a punirla severamente.
Atto terzo
Sul culmine di un monte roccioso.
Le Walchirie, di ritorno da un'impresa vittoriosa contro guerrieri nemici di Wotan, notano la mancanza di Brunilde. Ed ecco che ella giunge affannata, sorreggendo Siglinda, e narra alle sorelle allibite ciò che è accaduto. Prima che Wotan arrivi, l'infelice donna sarà posta in salvo: Brunilde le consegna i pezzi della spada infranta di Siegmund e le raccomanda di serbarli per il figlio che deve nascere e che un giorno potrà servirsene. Siglinda dovrà rifugiarsi in una grotta dove è celato l'oro del Reno, a guardia del quale sta il gigante Fafner trasformatosi in drago: nella grotta ella darà alla luce il figlio, che avrà nome Sigfrido. Siglinda si è appena allontanata, piena di riconoscenza verso Brunilde, che Wotan esce dal bosco al colmo della collera. Le Walchirie niente possono fare per salvare la sorella caduta in disgrazia: Wotan le allontana bruscamente ed esse fuggono cavalcando selvaggiamente. Terribile è la punizione che Wotan infligge alla figlia prostrata ai suoi piedi: le sarà tolta la divinità e giacerà addormentata sui monti finché un mortale non la svegli e la faccia sua. Rassegnata a perdere le prerogative di semi dea ed a cadere in balìa di un uomo, Brunilde supplica il padre a che almeno circondi il suo sonno da un altissimo fuoco, sicché solo un eroe valorosissimo riesca a vincerlo ed a conquistarla. Commosso dalla preghiera di quella figlia che, nonostante tutto, egli ancora ama intensamente, Wotan acconsente; dopo averla baciata a lungo il padre l'addormenta sopra un giaciglio di muschio, ai piedi di un grande abete. Battendo, quindi, per tre volte con la spada su un macigno, opera l'incantesimo del fuoco: questo, sprizzato dalla roccia, circonda rapidamente la dormiente come un'invalicabile barriera. Wotan scompare attraverso le fiamme, dopo aver rivolto un ultimo tenero sguardo alla Walchiria addormentata.